Back

Fondi alle scuole private.

“La rettitudine si è ritirata e la giustizia si è tenuta lontana; la verità, infatti, soccombe sulla
pubblica piazza e il diritto non riesce ad avvicinarvisi” (Isaia).
Si potrebbe dire che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, oppure lasciarsi sopraffare dal disgusto
tanto da non aver più parole, ma l’indignazione morale e civile spinge invece a parlare e scrivere
perché chi commette tali iniquità non pensi di farlo passando inosservato.
Mentre si confondono le carte con le briciole restituite all’università e prelevate dalla scuola
primaria, al contrario si restituiscono 245 milioni di euro alle scuole private, taglio che aveva
sollevato i malumori delle gerarchie cattoliche. Con un provvedimento degno del più consumato
servilismo, si vuole completare lo scempio di una scuola che tutto il mondo ci invidiava, la scuola
statale italiana, omaggiando il Vaticano e concedendo privilegi ai cittadini di serie A.
Intanto, i cittadini di serie B continueranno a essere offesi prima di tutto nella loro dignità e poi
nella sicurezza delle scuole, in un’offerta formativa degna di questo nome, nelle strutture e nel
personale, nel sostegno alle disabilità. Le classi sono sovraffollate, le gite si fanno con il
volontariato delle maestre, il sapone si porta da casa, le fotocopie le pagano i genitori, in una parola
si compirà lo smantellamento del diritto allo studio, riconosciuto dalla nostra Costituzione e da tutti
i Paesi del mondo come il minimo necessario alla conservazione della civiltà. Con il suo (speriamo
ultimo) provvedimento, il ministro Gelmini si è assicurata un posto nella storia come il peggior
ministro dell’Istruzione che l’Italia abbia mai conosciuto.
Anche noi insegnanti cristiani evangelici, benché non siamo per principio contrari all’esistenza di
scuole private, non possiamo tuttavia esimerci dal denunciare la profonda ingiustizia e l’iniquità di
un governo che sacrifica i beni pubblici sull’altare papista. Dov’è adesso quella morale di cui i preti
si riempiono la bocca quando presiedono i salotti mediatici, quale sarebbe l’etica di questa sfacciata
ingiustizia sociale, quando c’è da incassare per il proprio tornaconto? Non rimane nemmeno più una
briciola di pudore…
Avendo al contrario rispetto per la rettitudine, la giustizia e il diritto, noi ci associamo agli studenti,
alle associazioni dei genitori, ai movimenti di base e sindacali che combattono in parole e in opere
la cultura dei diritti negati e della Costituzione calpestata.

Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – 14 novembre 2010