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Le scuole dal Papa per la salvaguardia del creato.

No, non è uno scherzo: il sottosegretario all’istruzione Guido Viceconte ha invitato le scuole a
partecipare all’udienza papale che avrà luogo il 28 novembre in Vaticano, in occasione della
‘Giornata per la tutela del Creato’, iniziativa organizzata dall’associazione cattolica “Sorella
natura”. Naturalmente tutto spesato.
La prima reazione è quella di chiedersi a quale titolo il Papa vuole incontrare gli studenti. I suoi
titoli accademici e la sua esperienza non hanno nulla a che fare con l’ecologia, non è insomma un
“esperto” che possa trattare con competenza l’argomento e dire qualcosa di più di un comune
maestro.
Viene allora da pensare che si tratti di un pretesto per accompagnare i bambini e i giovani a una
cerimonia in cui ci si avvicina rispettosi, ci si inginocchia, si ascolta in religioso silenzio, si riceve
una “benedizione”… in poche parole si compiono atti di devozione relativi a un culto, quello
cattolico romano.
Allora, bisogna stupirsi per l’ignoranza (o per la mala fede) dei rappresentanti istituzionali, perché
gli atti di culto in orario scolastico sono espressamente proibiti dalla legge italiana. Infatti, essi
sarebbero discriminatori per tutti gli alunni e i docenti che non sono di quella religione e che si
troverebbero costretti o a subire un’iniziativa indesiderata o a perdere un giorno di scuola (diritto
allo studio) e un giorno di lavoro (diritto al lavoro). Si configurerebbe inoltre una violazione della
libertà di coscienza, tanto più grave quanto più giovani sono le coscienze. Bella lezione di civismo e
di cittadinanza!
Subentra poi un moto di rabbia: come fanno a trovare il denaro necessario per sovvenzionare le
uscite di tutte le scuole per un’intera giornata con visita al Vaticano e alla città di Roma, mentre
negano i fondi per i supplenti, tagliano il personale docente, i segretari e i collaboratori scolastici,
riducono le attività curricolari e di laboratorio, annullano gli scatti stipendiali, gettano fango sul
lavoro che si svolge quotidianamente nella scuola?
Alla fine arriva il disgusto, la nausea per la spudorata ipocrisia e per la tracotante sicurezza con cui
certi servitori dello Stato si permettono di trattare la scuola pubblica, organo costituzionale nello
spirito dei padri della Repubblica, e di manipolare la libertà di tanti cittadini che, religiosi o atei,
italiani e immigrati stranieri, giovani e anziani, vorrebbero poter confidare nella serietà, onestà e
disinteresse di coloro che li governano.
Davanti alla deriva in cui il Vaticano e i suoi papisti vorrebbero trascinare il nostro paese con il loro
progetto di clericalizzare la società e di cattolicizzare la cultura, noi alzeremo le nostre bandiere
quando ci è concesso e ci opporremo fieramente e fortemente, in nome della libertà di religione,
della libertà di coscienza, per la tutela della scuola pubblica, e per l’Italia costituzionale, laica e
democratica.

Il Direttivo del Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – 29 ottobre 2011