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Lettera aperta al Ministro dell’Istruzione Giannini.

Illustre Dott. ssa Stefania Giannini, il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani ha accolto con speranza e aspettazione la notizia del suo insediamento alla carica di Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, carica comportante un’alta responsabilità per il futuro del Paese, come Lei ha ben osservato a proposito dei “costi” dell’istruzione.

Il momento storico che La vede incaricata di tale responsabilità è cruciale per molti aspetti, i timori per il futuro e la stanchezza per un presente sempre più caotico si riflettono e sono amplificati nella scuola, che è uno specchio della società. In particolare, la scuola pubblica è stata da molti anni e da molti governi investita da ripetute riforme, spesso incompiute, che volevano “migliorarla” privandola però di risorse fondamentali. Ora più che mai la scuola può essere lo strumento per difendere, trasmettere e promuovere i valori condivisi, che sono mirabilmente espressi nella nostra Costituzione. Una saggia e lungimirante amministrazione dovrebbe ad esempio favorire la pratica quotidiana dell’apprendere e del convivere di tutti i bambini e le bambine, di tutti i ragazzi e le ragazze “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (Art.3 della Costituzione). È infatti nella scuola che le diverse componenti possono convivere e dialogare su un piano di parità ed è la scuola a fornire gli strumenti culturali per “il pieno sviluppo della persona e l’effettiva partecipazione” alla vita sociale e professionale. Questi valori umani e civili sono riassunti nel concetto di laicità, che dovrebbe connotare la scuola pubblica statale in un paese democratico.

Tuttavia, rimane ancora molto da fare perché questi valori siano attuati in modo pieno e senza privilegi per gruppi particolari di cittadini a detrimento di altri. Quest’anno cade il trentennale del nuovo Concordato che, riconoscendo la religione cattolica romana non più religione di Stato, segnava un notevole progresso nel rispetto della libertà di coscienza, di pensiero e di religione anche nella scuola. Nonostante ciò ancora oggi nella scuola pubblica sono molte le situazioni di discriminazione che subiscono alunni, genitori e gli insegnanti di altre fedi, senza parlare del denaro pubblico (900 milioni di Euro) che annualmente tutti i cittadini, cattolici e non, spendono per due ore che dovrebbero essere facoltative e per degli insegnanti che sono entrati nei ruoli pubblici seguendo itinerari privilegiati. E questo mentre alla scuola vengono tolte risorse fondamentali per il suo funzionamento. Noi non siamo contrari all’istruzione religiosa, anzi crediamo che sia così importante che dovrebbe essere impartita dagli stessi genitori, e dai rappresentanti della religione che i genitori seguono. Lo Stato e la sua scuola dovrebbero invece mantenersi imparziali, per poter garantire a tutti, anche ai cattolici, la piena libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Per quanto ci riguarda, il nostro impegno come insegnanti evangelici è stato e sarà ancora quello di perseguire il bene comune. Il nostro auspicio per Lei è che, in qualità di Ministro della scuola pubblica, sappia rappresentare con giustizia ed equità le istanze di tutti coloro che hanno diritto all’istruzione e sappia difendere e promuovere un bene pubblico così importante qual è la scuola statale italiana.


Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – 25 aprile 2014