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Incontro delle associazioni in difesa della scuola pubblica.

Incontro del 2 settembre 2012 a Bologna.

Erano presenti numerose associazioni da tutta Italia (Roma, Bologna, Padova, Milano, Ferrara, Firenze, Modena), sia quelle che già conosciamo (Scuola e Costituzione, Scuola per la Repubblica, Crides, Proteo fare sapere, ecc.) e con le quali abbiamo già portato avanti iniziative negli anni scorsi, sia altre che non conoscevamo. C’erano anche un rappresentante dell’Italia dei Valori e uno del sindacato Cobas. L’incontro è cominciato alle 11 di mattina ed è proseguito fino alle 17. Noi siamo rimaste fino alle 15.30 circa.

Sono stati fissati alcuni punti prioritari sui quali fare pronunciamenti e organizzare iniziative nei prossimi mesi, punti sui quali il confronto è solo iniziato e continuerà in uno o due seminari che si terranno in ottobre (a cui già invito caldamente a partecipare insieme a me – le date le saprò presto). Questi punti prioritari sono:

  1. la proposta di Legge 953 di riforma della scuola (ex Aprea)
  2. il problema delle risorse pubbliche per le scuole dell’infanzia statali
  3. il prossimo Concorso
  4. il sistema nazionale di valutazione (INVALSI)

Riassumo il dibattito sui singoli punti:

  1. la proposta di Legge 953 di riforma della scuola (ex Aprea): com’è noto, la riforma apre le porte al contributo dei privati (associazioni, aziende, fondazioni) ritenuti più importanti dal Consiglio di amministrazione. Pensiamo a certe regioni povere del Sud o all’infiltrazione mafiosa nelle varie realtà sociali, fattori che determinerebbero enormi squilibri nella proposta formativa da regione a regione, e in alcuni casi la comprometterebbero seriamente. Lo Stato ritirerebbe la maggior parte dei suoi finanziamenti alla scuola, questo però non significherebbe maggiore libertà dal centralismo burocratico, perché al contrario la riforma prevede il potenziamento del ruolo del Dirigente Scolastico e il ridimensionamento degli Organi Collegiali della scuola, che sono quelli in cui gli insegnanti e i genitori possono decidere. Bisogna che la pubblica opinione sia bene avvertita su questo e che si attuino emendamenti finché c’è tempo.
  2. Le scuole dell’infanzia statali rientrano nel sistema della pubblica istruzione e nel diritto allo studio. Mentre lo Stato non garantisce la loro istituzione in tutto il territorio nazionale e il loro finanziamento, si moltiplicano i casi in cui i comuni danno finanziamenti ingenti alle scuole private, o aprono alle fondazioni (vedi Modena). Quindi, nei casi in cui le scuole statali non riescono ad assorbire tutta la domanda, succede che certe famiglie sono costrette a iscrivere i loro figli alle private, anche se non ne condividono il progetto formativo. Bisogna difendere il diritto allo studio e il libero accesso alle scuole dell’infanzia statali a tutti, chiedendo che siano adeguatamente istituite e finanziate.
  3. Il Concorso è imminente. Le assunzioni che deriveranno da questo concorso non coprono che in minima parte le necessità della scuola di sanare il precariato (soprattutto nelle Superiori), perché i tagli degli scorsi anni sono stati molto superiori (si parlava di otto miliardi di euro). Inoltre si apre una “guerra tra poveri” nel momento in cui si mettono in concorso sia i giovani laureati senza esperienza sia i precari con anni di supplenze, con una preselezione tramite quiz. E’ necessario, prima di immettere in ruolo i vincitori del concorso, chiedere l’esaurimento delle graduatorie degli insegnanti precari.
  4. Un sistema nazionale di valutazione è necessario, ma così come viene fatto oggi (le famigerate prove INVALSI) non corrisponde né agli scopi istituzionali (valutare l’efficienza e l’efficacia della scuola) né a quelli professionali (migliorare le prestazioni degli insegnanti), anzi mette un grave vincolo alla libertà di insegnamento e di apprendimento. Il governo però sembra sordo davanti alle numerose e autorevoli critiche sia nel metodo che nel merito. Anche qui c’è bisogno di controinformazione e di approfondimento per approntare una proposta di valutazione alternativa dell’INVALSI.

Su questi punti spero di poter intervenire portando in modo più approfondito il nostro parere in occasione dei seminari di ottobre.