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Tavolo di lavoro sulla “SCUOLA”: CRISTIANI PER LA NAZIONE.

Il 15 giugno si è tenuta presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati un’assise di cristiani evangelici impegnati a vario titolo nella vita  pubblica. Nato su iniziativa dell’on. Sandro Oliveri, l’incontro è stato preceduto da una serie di riunioni pubbliche tenutesi a Roma per incoraggiare la partecipazione dei credenti alla vita del Paese in ogni campo vocazionale. Il programma prevedeva varie relazioni, tra cui un intervento di Giuseppe Rizza su “Un evangelismo che vuole assumersi delle responsabilità: dal mondo all’Italia”, e vari tavoli tematici. La Bibbia esorta a “cercare il bene della città” e l’incontro “Cristiani per la nazione” è stato una tappa fondamentale per fare la differenza evangelica nel nostro Paese. Come CIEI abbiamo avuto il privilegio di coordinare e partecipare al tavolo di lavoro sulla scuola.

1. L’istruzione tra bene pubblico e interesse privato 

– Nel nostro Paese l’istruzione viene regolata prima di tutto dal dettato costituzionale: Artt. 3, 9, 33, 34 della Costituzione, per cui la scuola pubblica è talmente importante da essere considerata un “organo della Costituzione” (Calamandrei). Essa è quindi un bene pubblico, che contribuisce al progresso e allo sviluppo dell’intera nazione.

– Esiste anche un legittimo interesse privato tutelato dalla Costituzione stessa, ma a certe condizioni (art. 33 “senza oneri per lo Stato”). Questo comma è molto dibattuto e richiede di essere rettamente interpretato anche dal mondo cristiano.

– Le riforme nella scuola da 15 anni in qua sono invece orientate al disinvestimento economico, culturale e morale (il nostro Paese è uno degli ultimi al mondo per investimenti in educazione), i pubblici contributi vengono stornati e reinvestiti nelle scuole private, mentre si vuole introdurre il finanziamento privato nella scuola pubblica (cfr. Ddl 953).

2. Libertà nella scuola e libertà della scuola

– L’applicazione della libertà di religione nella scuola è resa impossibile a causa dell’IRC. Il Vaticano mira a clericalizzare la scuola pubblica e a monopolizzare quella privata, in ultima analisi a garantirsi il potere sulla formazione culturale delle future generazioni – Laicità e libertà: le condizioni per un’autentica libertà di religione nella scuola sono rappresentate dalla laicità, intesa non come esclusione della religione (laicismo), cosa che sarebbe impossibile data la connotazione personale della relazione educativa, ma come la condizione per il rispetto del pluralismo culturale, sociale, religioso, etnico.

– Libertà delle scuole private: può esserci a condizione che ci sia un autentico pluralismo, una pluralità di “offerte” anche nel “mercato” delle scuole private. L’unicità del caso italiano rispetto al mondo intero consiste nel fatto che il 99% delle scuole private sono cattoliche.

– Le nostre proposte: una scuola pubblica sobria ma di qualità, sovvenzionata con denari pubblici. Garantita la qualità della pubblica istruzione, non è da escludere pregiudizialmente una partecipazione statale a scuole private che rispondono a certi requisiti. Scuole private sovvenzionate con contributi privati, prevedendo defiscalizzazione degli oneri sostenuti dalle famiglie.

3. Cristiani per la scuola

– Testimoniare il Vangelo in un contesto multiculturale: è buono e auspicabile, nel rispetto della laicità della scuola pubblica e delle coscienze in formazione che la frequentano, portare una testimonianza sobria ma ferma del Vangelo, utilizzando sia la testimonianza personale di insegnanti, studenti, genitori e collaboratori cristiani, sia passando attraverso i canali legittimamente istituiti per l’interazione scuola – realtà sociale circostante (progetti, collaborazioni, confronti pubblici ecc.).

– È necessario coltivare una visione sistemica della scuola nella società, avviando riflessioni ed elaborazioni che chiariscano l’interdipendenza tra scuola e vari ambiti sociali: famiglia, cultura, lavoro, giovani ecc. e promuovano riforme di ampio respiro e lungimiranti.

– Per i cristiani di varia provenienza che vogliono impegnarsi nel campo dell’istruzione è prioritario promuovere l’associazionismo, la reciproca collaborazione in progetti comuni, e la cobelligeranza con altre associazioni educative non cristiane che intendono perseguire obbiettivi comuni.

Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – 18 giugno 2012