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Benedizioni pasquali a scuola? No grazie.

Il CIEI (Comitato Insegnanti Evangelici in Italia) esprime il suo disappunto nel leggere l’articolo del 22/03/23 su bologna.repubblica.it e quello del 23/03/2023 sul quotidiano Il Resto del Carlino, relativamente all’ordinanza del sindaco di Pennabilli nel Riminese che impone le benedizioni pasquali a scuola. Il 18 marzo la scuola materna ed elementare del comune di Maiolo aveva dato risposta negativa a un sacerdote, impedendo il suo ingresso per svolgere questo rito durante le ore di lezione.
Nel rispondere a questi fatti, desideriamo attirare l’attenzione su alcuni punti importanti.
Voler svolgere un rito religioso in classe è un palese esempio di discriminazione. Nelle classi ci sono studenti che non sono di fede cattolica e il primo cittadino crede di poter risolvere la questione dicendo che a loro “deve essere consentito l’allontanamento momentaneo dalla classe”, come, aggiungiamo noi, succede per le ore di Insegnamento della Religione Cattolica. Ancora una volta, chi ha il diritto di scegliere la propria appartenenza religiosa e viverla senza essere considerato “diverso”, è invece costretto ad abbandonare la propria aula e i propri compagni per consentire a un gruppo di privilegiati di vivere “un momento bello” (parole del sindaco).
Si possono accettare interventi a scuola da parte di rappresentanti delle realtà religiose presenti nel territorio, ma solo per eventi di natura culturale e in contesti di confronto paritario, mai per visite pastorali. Queste ultime possono aver luogo in un orario extra-scolastico e su adesione volontaria. Riteniamo quindi che la scelta della dirigente scolastica sia stata quella giusta. Ha svolto fedelmente il suo dovere di garantire il rispetto dell’identità religiosa di ogni studente e il diritto allo studio durante le ore normali di lezione.
L’Alleanza Evangelica Italiana, nel suo comunicato del 23/03/23, fa presente l’aspetto legale della vicenda: “… la Costituzione, il Concordato, le Intese, le leggi sono unanimemente concordi nel sostenere che in orario scolastico non si organizzano messe, preghiere, benedizioni, riti cultuali e visite pastorali (T.U. L.16/4/1994 n. 297, artt.309-311; L. 22 novembre 1988, nn. 516,517)”. Cita anche diverse sentenze (TAR Emilia-Romagna n.250/1993; TAR Veneto 20/12/1999 n. 2478; Corte Costituzionale n. 203/1989). Viene menzionato anche la sentenza 27/03/2017 n. 1388 del Consiglio di Stato che consente le benedizioni in scuole pubbliche ma solo in orario extrascolastico e con l’accompagnamento dei famigliari.
Non sono mancati i commenti del vescovo della diocesi di San Marino e del Montefeltro, il quale, come portavoce della chiesa cattolica, continua a non trovare “contraddizioni tra la laicità e il Natale e la Pasqua con i loro segni”; in effetti non ci sarebbe contraddizione, ma solo se tali “segni” si svolgessero nei contesti appropriati (chiese cattoliche) e non nella scuola statale. Per il vescovo “non è tempo di battaglie, come ci ricorda il Papa, semmai di fraternità” … strano tipo di fraternità se funziona solo quando i fratelli “minori” sono costretti a subire le imposizioni dei fratelli più grandi, ed è proprio per questo che le battaglie servono, per difendere i diritti dei più deboli.


Il Direttivo – 27 marzo 2023