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Quattro ragioni per l’impegno a favore della laicità.

1. Come cristiani, il nostro impegno per preparare e affrettare la venuta del suo
Regno lo adempiamo lavorando per la chiesa, ma anche per il “bene della
città”, dello Stato in cui Dio ci ha posti. In una società pluralista, la libertà di
religione passa anche per la laicità, ossia una distinzione tra stato e chiese che
permetta l’eguale rispetto per tutte le culture e le fedi, senza privilegi per
alcuna di esse. Bisogna aggiungere che il cristianesimo riformato, grazie alla
sua applicazione della verità biblica della Trinità, è il solo che possa
interpretare la laicità senza cadere nei rischi contrapposti del monismo (unità
senza diversità) e della disgregazione (diversità senza unità) e, a livello sociale,
nelle tensioni tra totalitarismo e anarchia, tra collettivismo e individualismo.
2. Come cittadini, siamo chiamati ad essere rispettosi del patto che ci unisce agli
altri cittadini, ossia la Costituzione, la quale delinea il principio della laicità
come uno dei suoi cardini. L’autorità dei governanti si basa sulla Costituzione,
se le loro azioni non si attengono a questo patto, decade la loro legittimità.
3. Come insegnanti, e in particolare insegnanti statali, siamo pubblici ufficiali,
cioè rappresentanti delle Istituzioni nella società educativa che è la scuola.
Dobbiamo insegnare ai nostri alunni la cittadinanza, quindi il rispetto delle
norme costituzionali, di cui la laicità è un fondamento. Come possiamo vedere
giornalmente calpestato il diritto delle minoranze, e nello stesso tempo
insegnare ai nostri alunni il rispetto l’accoglienza del diverso? Noi denunciamo
questa contraddizione.
4. Come associazione di insegnanti, abbiamo una nostra sfera di autorità e
responsabilità di cui lo Stato deve tener conto. L’insegnamento e la laicità sono
strettamente connessi, e anche gli insegnanti evangelici devono godere delle
stesse libertà (di pensiero, di coscienza e di insegnamento) di cui godono gli
altri. Questo, nella situazione attuale di privilegio e di predominanza della
cultura cattolica non si può realizzare. Anche gli insegnanti subiscono
discriminazioni per il fatto di non essere cattolici, e per questo la nostra
associazione può legittimamente protestare.

Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – 20 settembre 2009