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Genitori in Classe.

Autore: GIANLUCA DAFFI

Anno di pubblicazione: 2006

Editore:La Meridiana

N. Pagine: 65

L’Autore. Laureato in psicologia, collabora con il dipartimento di Psicologia e con il Servizio di Psicologia dell’apprendimento in età evolutiva dell’Università Cattolica di Milano. Formatore presso enti pubblici e privati, è attualmente impegnato in attività di formazione per genitori ed insegnanti.

Il testo. L’opera si propone di offrire spunti operativi al fine di coinvolgere le famiglie nell’educazione scolastica dei figli, soprattutto nei primi gradi dell’istruzione.

La parte introduttiva, di carattere teorico, è quella in cui si pongono le premesse. Si esaminano le diverse opinioni di insegnanti e genitori sul rapporto scuola-famiglia e la necessità di riconoscere la diversità dei rispettivi ruoli. Interessante è il concetto di complementarietà tra i genitori e gli insegnanti, anche se esso viene inteso in un senso riduttivo, ovvero in una prospettiva puramente didattica, circoscritta alla scuola.

L’A. riesce a mettere a fuoco anche alcuni problemi che in effetti si rilevano sia da una parte che dall’altra: da parte dei genitori, una rappresentazione della scuola solo strumentale al conseguimento della promozione, da parte dell’istituzione l’ipocrisia dei soliti mezzi di coinvolgimento delle famiglie (riunioni inutili, formalismo ecc.).

Nella seconda parte, l’A. offre ottanta (!!) suggerimenti pratici, dal meno impegnativo al più coinvolgente, per la partecipazione attiva delle famiglie alla vita scolastica. Alcuni sono veramente originali e creativi, altri eccessivamente impegnativi; tutti presuppongono il pieno accordo del team docente su fini e metodi.

Valutazione. Nella premesse teoriche, pur affermando che bisogna fare chiarezza sulla distinzione dei ruoli in educazione, non si chiarisce cosa si intenda in realtà per “educazione famigliare”, né quale debba essere il ruolo della scuola. Genitori e insegnanti sono considerati partner comprimari, cioè responsabili allo stesso titolo dell’educazione. Non è riconosciuta la priorità dei genitori, anzi, in qualche passo sembra addirittura che siano i genitori ad aiutare gli insegnanti a educare i loro figli. Come conseguenza di queste premesse, il ruolo della scuola è accresciuto esageratamente, fino al punto di ritenere che essa possa o debba farsi carico dell’educazione dei genitori stessi! Questa prospettiva “panpedagogica” si riflette anche nella tipologia degli interventi pratici: la loro numerosità e pervasività, dal punto di vista temporale e affettivo, lascia intendere che la vita sociale dei genitori e degli insegnanti debba ruotare tutta intorno alla scuola, e in ultima analisi, intorno al bambino (proprio e altrui). Quindi si delineano figure di genitori centrati sul figlio, e di insegnanti fortemente impegnati a mediare i rapporti tra famiglia e istituzione, oltre che tra famiglia e famiglia. Resteranno a questi genitori altre dimensioni in cui esprimere la loro vita famigliare e a questi insegnanti i modi e i tempi per insegnare?

Lidia Goldoni