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Grande didattica, 1993.

Autore: ANNA BIGIO (a cura di ), COMENIO

Anno di pubblicazione: 1993

Editore: La Nuova Italia

N. Pagine: 609

L’esistenza di Comenio (1592-1670) fu profondamente segnata dagli eventi che sconvolsero l’Europa durante la Guerra dei Trent’anni. Visse infatti da esiliato. Scrisse diverse opere didattiche accanto a quelle teologiche e politiche, che gli valsero fama tra i contemporanei e continuano ad essere ristampate dopo la sua morte.

E’ certamente un limite della ricerca educativa contemporanea la disattenzione ai classici. A più di tre secoli di distanza le indicazioni che Comenio forniva sono ancora di grande attualità, al punto da assumere un valore di riferimento per la ricerca odierna. Oggi si considera normale che tutti abbiano accesso all’educazione, che per ogni stadio della crescita si cerchino soluzioni specifiche, che l’intervento educativo inizi fin dalla nascita e che l’educatore si adatti alle esigenze di chi apprende. Queste consapevolezze costituiscono un’eredità comeniana.

Comenio suggerisce che la “didactica artificium docenti sonat”. Egli sgombera il campo dalle varie ideologie spontaneiste, se la didattica è un artificium non può essere considerata espressione di una disposizione naturale o di un accomodamento alle situazioni; non si può neppure solo esaltare la creatività dell’insegnamento prescindendo dall’apporto di una conoscenza sistematica, dal possesso di una strumentazione di analisi…

Il suo modo di intendere la didattica, interpretata come artificium, richiede che si esca dalla soggettività, per considerare l’insegnamento un’attività che può essere organizzata, che tende a scopi determinati e utilizza mezzi specificamente progettati per far fronte a precise esigenze. La didattica viene perciò a qualificarsi come una costruzione culturale. In Comenio l’artificium è da considerare come una strategia d’insieme. Diremmo oggi che comprende sia gli aspetti formali della formazione, sia quelli tecnici e strumentali.

Anche in un mondo come il nostro, frastornato dai tanti mezzi e tecnologie didattiche, Comenio appare, anche a distanza di tempo, un esempio della capacità di adattare e integrare le risorse di cui disponeva alle necessità dell’insegnamento.

Avere un progetto è ciò che qualifica i mezzi ai quali la didattica ricorre. Oggi si caricano i mezzi di attese ingiustificate. Occorre invece recuperare l’organicità della strategia attraverso la quale l’insegnamento persegue i suoi scopi. L’artificium deve essere trasparente ed esplicitamente dichiarato. Oggi diremmo che gli obiettivi dell’insegnamento devono essere espliciti e l’allievo deve esserne consapevole.

Certamente Comenio contempla tutto ciò partendo da una visione biblica e riformata, pertanto questo è un testo utile da cui partire per chi si impegnasse nella costituzione di una scuola cristiana, ma ha tanto da dire sia a credenti sia a non credenti: agli insegnanti, ma anche ai politici, ai pastori delle chiese e ai genitori.

Catia Bonucchi