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Etica e Internet. Supplemento a Studi di Teologia, n.5

Autore: A.A.V.V.

Anno di pubblicazione: semestre 2007

Editore: Centro studi di etica e bioetica, IFED, PD

 

Il mondo di internet, per molti versi autoreferenziale e complesso, è in espansione e ha avviato una nuova cultura della comunicazione.
L’etica si trova spaesata ad affrontare i nuovi temi e le nuove problematiche poste dall’uso di questa tecnologia. Sulla sua “bontà” le varie opinioni si polarizzano: ci sono i decantatori e i pessimisti.
Il supplemento del CSEB non fugge dalla sfida del confronto e non accetta di cavalcare uno dei due poli. L’idea è che la questione sia più articolata e più ampia e che la fede cristiana debba anche in questo campo fare i conti con la realtà, quindi non debba rifiutarsi di conoscere il mondo di internet, accettando la vocazione che le è propria e aspirando ad “illuminare” la “rete” con la luce che le dona la Parola di Dio.
La fede cristiana si assume perciò la responsabilità di formare persone che navighino nella “rete” in modo responsabile e creativo. La consapevolezza è che anche i cristiani non sfuggono al bipolarismo della critica o dell’uso ad oltranza. Questo numero – supplemento si sforza invece di leggere e criticare internet partendo dalla teologia biblica, a tal proposito è davvero avvincente l’articolo di L. De Chirico “Etica e internet a partire dalla teologia”. In quest’ultimo, i contenuti della teologia: la trinità, l’incarnazione, la comunità, il concetto d’autorità e di etica si confrontano con internet nell’intento di elaborare un abbozzo d’etica per internet, nella consapevolezza che in gioco c’è la capacità della fede cristiana di interagire, senza subirla, con la cultura del proprio tempo. Nel secondo articolo, “Le sfide della cibercultura”, N.Ulfo rileva l’influenza della tecnologia sulla vita sociale e apre delle piste di riflessione sulle minacce e le opportunità, sollecitando la necessità d’essere utilizzatori attenti e critici. Il pastore P. Castellina, in “La netiquette d’internet”, propone un interessante decalogo delle “buone maniere” da applicare nell’uso della “rete”.


Catia Bonucchi