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Attivare la risorsa famiglia. Strumenti per conoscersi, comunicare e aiutarsi.

Autore: GIANLUCA DAFFI

Anno di pubblicazione: 2013

Editore: Erickson, Trento

N. Pagine: 202

L’obiettivo principale del libro è quello di fornire uno strumento per aiutare gli insegnanti della scuola primaria a coinvolgere maggiormente i genitori dei propri alunni nel percorso formativo dei loro figli, vista la prassi troppo diffusa di completa delega ai docenti. Si cerca di favorire, nei genitori, una presa di coscienza del ruolo che essi hanno nel percorso formativo promosso dalla
scuola e si offre loro la possibilità di dare un contributo che sia realmente significativo.


Vengono proposte 90 schede operative che mirano ad attivare la famiglia rendendola risorsa dinamica all’interno della scuola e responsabilizzandola rispetto al percorso formativo dell’alunno.


Le schede sono suddivise in tre aree:
1) Informazioni di base – dati e indicazioni che la scuola non possiede e che sono importanti per favorire la conoscenza dell’alunno da parte dell’insegnante e aiutare il docente nel programmare le attività da realizzare durante l’anno.
2) Reazioni al percorso formativo – tutto ciò che il bambino dice o fa capire a casa di quello che è accaduto a scuola (riflessioni, sentimenti, curiosità, interessi..); il contributo della famiglia può essere molto importante per la comprensione e l’elaborazione delle esperienze vissute in classe.
3) Competenze sviluppate – affiancamento dei genitori durante alcune fasi del percorso formativo per rilevare quanto l’alunno sia consapevole delle competenze sviluppate (nelle abilità, nella capacità organizzativa, nella capacità di riflettere sui propri errori…).


All’interno delle tre aree sono state individuate quindici sottocategorie, cinque per ogni area, che permettono all’insegnante di scegliere quali schede utilizzare in base alla propria programmazione didattica. In sostanza si tenta di coinvolgere la famiglia nel percorso formativo del bambino chiedendo di fornire informazioni di base, osservando le reazioni del bambino alle esperienze fatte, aiutandone l’elaborazione e sostenendo l’alunno durante l’acquisizione di competenze ritenute significative.


La proposta pare molto interessante perché valorizza e chiarifica il ruolo che la famiglia ha nel percorso formativo del bambino, favorisce la comunicazione tra insegnanti e genitori (o chi si occupa maggiormente dei bambini a casa) ed è realizzabile nella pratica quotidiana senza grosse difficoltà (previo un incontro con i genitori per concordare i tempi e le modalità del loro coinvolgimento e verificare la possibilità di fotocopiare le schede scelte dall’insegnante).
Senz’altro una proposta di questo genere può incontrare l’opposizione di alcuni genitori che non desiderano prendere consapevolezza del loro ruolo perché si sentono incapaci di svolgerlo o perché ritengono di non avere sufficiente tempo ed energia per “seguire” il percorso formativo dei propri figli, ma vale la pena aprire un dialogo sull’importanza di un contributo significativo della famiglia, evidenziando l’unicità e la naturalezza di esso. Naturalmente il beneficiario maggiore di una buona cooperazione e collaborazione tra scuola e famiglia (interessante, a questo proposito, la distinzione che l’autore fa tra il cooperare – fare insieme ad altri – ed il collaborare – seguire le indicazioni di altri nello svolgere un compito) sarà sempre il bambino.


Loretta Finch