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Bible-shaped Teaching

Autore: JOHN SHORTT

Anno di pubblicazione: 2014

Editore: Eugene (OR, USA)

N. Pagine: 92

 

 

Come insegnanti evangelici vogliamo mirare all’eccellenza nel nostro lavoro ed essere fedeli al Signore che ci ha rivolto questa vocazione, così piena di sfide e di difficoltà, ma anche di gioie e di soddisfazioni. Come può la Bibbia guidarci in questo compito?

Cercando di rispondere a questa domanda, sono stati fondati diversi tipi di scuola cristiana e ognuna vuole glorificare Dio dando agli alunni un’educazione cristo-centrica. Apprezzando il lavoro fatto in molti paesi del mondo, e sognando il giorno in cui anche in Italia ci sarà una rete di scuole evangeliche, ci chiediamo però se si è sempre riusciti a ripensare biblicamente e in profondità l’educazione cristiana. Si ha qualche volta l’impressione che la vita della scuola (cristiana) assomigli abbastanza alle altre scuole, quelle non-cristiane, e che la differenza sia semplicemente nell’aver aggiunto dei momenti di preghiera o una materia in cui si studia la Bibbia. Anche laddove si percepisce uno sforzo per incoraggiare un’etica biblica in ogni aspetto della giornata scolastica, rimane l’interrogativo se veramente la pedagogia sia stata rivisitata alla luce delle Scritture, o se ci si è accontentati di riempire le lezioni di versetti biblici.

E l’insegnante evangelico che lavora nella scuola pubblica, come può onorare Cristo se deve rispettare la laicità dello Stato? Se non è lecito evangelizzare i suoi alunni in modo aperto e diretto, non sta compromettendo la sua fede? Se non cita la Bibbia nelle sue lezioni, è un testimone infedele? E’ diverso dagli altri insegnanti solo perché ha un’etica personale cristiana?

Nel suo libro John Shortt apre delle piste di riflessione su come essere fedeli alla nostra vocazione di educatori e allo stesso tempo rimanere fedeli alle Scritture come veri servitori di Cristo. Ognuno dei dieci brevi capitoli termina con delle domande per stimolare il lettore a considerare come applicare nella propria vita personale e lavorativa le cose lette. Contiene molti suggerimenti utili senza pretendere di dare tutte le soluzioni. E’ di facile lettura (per chi sa l’inglese!) e accessibile a tutti.

Attraverso storie ed esempi personali l’autore esplora i vari modi in cui le Scritture possono e devono influenzare il nostro lavoro. L’ Autore adotta un approccio olistico, vedendo nella Bibbia una ricchezza straordinaria. Nella nostra riflessione dobbiamo far interagire le affermazioni e i principi biblici con tutta la narrazione della storia biblica, insieme alle sue metafore e immagini, notando anche i modelli di insegnanti e di insegnamento che troviamo tra le sue pagine, senza trascurare le virtù del carattere di un vero cristiano.

Interessante è il capitolo 8, in cui Shortt considera il ruolo della Bibbia nei contenuti delle lezioni e delle materie, ciò che qualche volta viene chiamato “integrazione biblica”. A Lui non piace questa espressione perché dà l’idea che quello che si studia sia neutrale e la Bibbia viene aggiunta come per santificarlo, quando in realtà ogni cosa riflette il disegno di Dio, è stato corrotto dal peccato, e redento in Cristo. Per lui, gli insegnanti aprono delle finestre sul mondo di Dio, inserendo la propria materia nella Grande Storia di Dio. Nell’ora di matematica si vede questo mondo in termini di forme e di numeri, in storia è visto in termini della sequenza di eventi nel tempo e nello spazio, e nelle altre discipline dal punto di vista psicologico, biologico, chimico, morale, linguistico, ecc.

Consiglio questo libro a chi vuole cominciare a ripensare biblicamente il proprio lavoro di insegnante, e ricordo anche che nel 2002 John Shortt e David Smith hanno pubblicato The Bible and the Task of Teaching che offre degli approfondimenti sugli stessi temi. (vedi recensione nella sezione dedicata del sito).

Brenda Crook