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I diritti umani nella scuola.

Nell’ambito di un’iniziativa dell’Amministrazione Comunale di Vicenza, che ha promosso tra
novembre e dicembre una serie di incontri sul tema dei Diritti Umani, il 6-12-2012 anche il
Comitato Insegnanti Evangelici Italiani ha dato il proprio contributo affrontando l’argomento “I
Diritti Umani nella scuola”. Il Presidente, dopo una breve introduzione, ha richiamato la
Costituzione Italiana, la quale contiene molti articoli che riguardano l’osservanza dei diritti
fondamentali dell’individuo, per cui la scuola ha il dovere di impegnarsi perché siano
scrupolosamente applicati nel rispetto di chi accoglie. Essa è un privilegiato “contenitore” della
diversità di etnie, culture, religioni, lingue e se non assolve a questo basilare dovere, oltre a non
rispettare la Costituzione, viola e rinnega il diritto alla diversità.
Il tema è diventato scottante quando sono stati indicati tre esempi di vita scolastica, locale,
nazionale e internazionale, in cui é evidente l’assenza del rispetto dei principali diritti del soggetto.
Nel primo caso è stata illustrata la presa di posizione di alcune amministrazioni comunali di
escludere dal servizio mensa i bambini le cui famiglie non pagavano il buono pasto, scavalcando gli
articoli costituzionali che vedono lo Stato proprio come il tutore dei diritti delle famiglie e dei
bambini (Art. 30 e 31).
Nel secondo caso è stata evidenziata l’ingerenza concessa alla religione cattolica nella scuola
pubblica, costituzionalmente laica (Art. 3, 19, 34), con tutte le sue conseguenze discriminanti, come
il privilegio alla religione maggioritaria a scapito delle minoranze; testi di religione gratuiti,
insegnanti di religione e loro supplenti retribuiti dallo Stato a carico dei contribuenti; opzioni
all’insegnamento della religione cattolica che ne legittimano la posizione di privilegio. Inoltre lo
Stato, nell’istituire scuole statali e nel dettare le norme generali sull’istruzione (art.33), è andato
oltre il suo compito in quanto ha prescritto obiettivi e contenuti di carattere religioso, sostituendosi
così alla famiglia come promotrice dell’educazione dei figli.
Nel terzo episodio sono stati rilevati un paradosso e una contraddizione riguardanti l’insegnamento
dell’origine del mondo nei programmi scolastici, oggetto di un Decreto Legislativo del Ministro
Moratti (59/’04) da una parte, e di un pronunciamento del Consiglio d’Europa (4/10/2007)
dall’altra, in cui si danno indicazioni esattamente contrastanti sui contenuti e gli indirizzi di tale
insegnamento, violando così “d’ufficio” la libertà di pensiero e d’insegnamento (Art.21 e 33). La
considerazione a tal riguardo è che qualunque teoria, quando non minaccia la legge e l’ordine
pubblico, deve essere liberamente accolta ed esaminata per poi essere lasciata alla valutazione
personale.
L’intervento si è concluso con l’invito a un vero pluralismo istituzionale, in cui nella pluralità di
istituzioni che caratterizzino la vita sociale non ci sia prevaricazione, perché tutti hanno diritto al
confronto all’interno di uno spazio pubblico, senza discriminazioni né privilegio alcuno.
La conferenza ha toccato punti salienti di un sistema scolastico vacillante. E’ emersa la
superficialità con cui ci si approccia al dovere morale e costituzionale di promuovere i diritti umani.
La scuola, una tra le principali agenzie educative, il più delle volte si mostra incapace di rispettare i
diritti di coloro che accoglie. Alla responsabilità individuale di chi dovrebbe essere impegnato a
promuoverli, si aggiunge la responsabilità dello Stato che non se ne fa garante, piuttosto si mostra
carente e poco affidabile nella tutela dei diritti dei suoi cittadini.

Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – 17 dicembre 2012