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A proposito di INVALSI.

Il CdM, nella seduta dell’8 marzo u.s. ha licenziato il regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione. L’approvazione e il licenziamento formale del testo sono stati dati per scontati sia dal MIUR che dall’INVALSI, che già da molti mesi hanno agito come se il Regolamento fosse stato vigente fin dalla prima lettura in CdM risalente all’agosto 2012, tant’è che sono state fatte conferenze regionali per illustrarne l’applicazione, prima della sua definitiva approvazione e prima della sua emanazione.

Ecco perché tutti coloro che in questo periodo di tempo hanno provato a immettere in questo percorso qualche elemento di critica, di proposta alternativa o correttiva, o anche solamente di riflessione, sono stati semplicemente ignorati. Eppure, non si trattava solo di voci di singoli anche se autorevoli rappresentanti del mondo della cultura e intellettuali, ma persino di soggetti istituzionali con competenze e prerogative attinenti. Si fa riferimento ad esempio alle Associazioni degli insegnanti e dei genitori, che hanno prodotto documenti pacati e responsabili con obiezioni ragionevoli a cui nessun Ministro, né Sottosegretario, né Direttore Generale, né Commissario Straordinario ha risposto. Si pensi al trattamento riservato al CNPI che sulla bozza di regolamento aveva espresso un parere critico, articolato, puntuale, argomentato che è stato nei fatti scavalcato e perfino ignorato. Non è qui il caso di elencare tutti gli appunti e le osservazioni fatte alle prove INVALSI sia nel merito che nel metodo, facilmente reperibili da tutte le fonti di informazione. Riteniamo però doveroso sottolineare che per quanto riguarda le risorse le scuole e l’Istituto Invalsi dovranno far conto su quelle proprie e in ogni caso senza oneri aggiuntivi a carico della finanza.

Altro nodo importante è che visto l’immiserimento della scuola, visto l’azzeramento di tutte le buone prassi, visto lo smantellamento di ogni condizione della sua qualità, non risulta difficile pensare che i risultati della scuola di questo Paese, i livelli di scolarizzazione e di competenza delle giovani generazioni, saranno sempre più scadenti e ciò che rammarica è che la colpa sarà buttata sulle spalle delle scuole e di chi ci lavora.

Ciò che a nostro avviso dovrebbe sgomentare maggiormente (secondo la lezione di un credente come M.Luther King) é il fatto che tanti sono quelli che tacciono e a noi pare che è proprio ciò che sta accadendo in quanto di fronte al rischio della libertà di insegnamento (Art. 33 Cost.) e del rispetto delle competenze degli OOCC rimarchiamo un preoccupante silenzio

Quindi, sia come cristiani, sia come cittadini e insegnanti, finché ci è concesso di godere della libertà di parola, noi siamo intenzionati ad avvalercene.

Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – 21 maggio 2013