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Lettera aperta al Ministro Giannini.

Preg.mo Ministro della Istruzione, dell’Università e della Ricerca, 

prof.ssa Stefania Giannini

Da quasi trent’anni le Giornate teologiche che l’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione Evangelica di Padova organizza coincidono con l’inizio dell’anno scolastico e sono l’occasione per le centinaia di persone che vi partecipano di interrogarsi su vari temi all’ordine del giorno nell’agenda culturale e religiosa del Paese. Come è ovvio e giusto che sia, spesso i lavori delle Giornate teologiche intersecano il mondo della scuola in particolare e dell’educazione in generale. Come evangelici italiani, sappiamo di essere interpreti di una forte sensibilità per l’avanzamento dell’assetto del pluralismo religioso e culturale nel nostro Paese, nel rispetto delle specifiche sfere di responsabilità delle persone, delle famiglie, delle altre forme associative (tra cui la scuola) e dello stato. Occasionalmente sono stati redatti documenti che hanno fissato alcuni paletti importanti per orientarsi in modo costruttivo nelle questioni affrontate(1).

Quest’anno ci siamo interrogati sulle sfide poste dalle rappresentazioni del gender e, in particolare, sulla carica fortemente ideologica di alcune versioni di esse che premono sul mondo della scuola affinché diventino parte integrante dei programmi scolastici e la versione “corretta” ed unica dell’educazione all’identità personale. Dopo un ampio confronto a cui hanno partecipato anche esponenti di altre aree culturali e religiose, laiche e cattoliche, desideriamo condividere alcuni interrogativi che speriamo Le siano utili nello svolgimento del suo delicato ed importante servizio a favore degli studenti, della scuola italiana e della società intera.

Al termine delle nostre Giornate di studio, ci e Le chiediamo:

è giusto volere che la scuola pubblica e statale non diventi un campo di battaglia dove viene promossa un’agenda culturale di parte (come quella del gender) spacciandola come verità scientifica o come unico modo per rispettare i diritti umani?

è sensato chiedere il rispetto del pluralismo culturale e lasciare quindi che siano le famiglie a essere protagoniste dell’educazione all’identità personale dei bambini?

è utile auspicare che il dibattito sul gender, importante com’è, trovi altre sedi scientifiche-culturali e modalità pubbliche e non venga proposto alla scuola come già e univocamente risolto?

è bene augurarsi che la lotta alle discriminazioni di ogni tipo (che noi sosteniamo, ad esempio rifiutando l’Insegnamento della Religione Cattolica nella scuola statale e a spese dello Stato) non faccia di ogni erba un fascio e quindi distingua le giuste battaglie di contrasto alle discriminazioni secondo i principi della Costituzione e l’imposizione di una ideologia come quella del gender? La Costituzione salvaguarda le libertà individuali (Artt. 2-3) e riconosce altresì la famiglia come fondata sul matrimonio (Art. 29). E’ troppo chiedere che la scuola attui il suo compito educativo in questo spazio elastico ma nitido?

A noi tutto ciò sembra ragionevole, non per avere privilegi o posizioni di rendita, ma, nel rispetto dei valori costituzionali, per contribuire a promuovere una società aperta e veramente plurale.

Certi che vorrà dedicare a questa lettera l’attenzione che le questioni evocate meritano, La salutiamo molto cordialmente accompagnando il nostro saluto alle preghiere per un sereno e proficuo svolgimento dell’imminente anno scolastico.


Padova – 10 settembre 2016


(1) “Carta orientativa per un progetto educativo cristiano” (1988); “La famiglia in discussione” (2004); “Le
sfide della laicità” (2005); “Femminilità e complementarità” (2006). Questi documenti sono consultabili sul
sito www.ifeditalia.org