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A rischio la libertà di scelta.

Si stanno verificando nelle scuole casi in cui presidi e insegnanti comunicano ai genitori di non
avere la possibilità di garantire l’attività alternativa a chi non si avvale dell’insegnamento della
religione cattolica, né lo studio individualizzato assistito, per mancanza di personale docente.
Pur riconoscendo che non vi è disponibilità d’insegnanti, ricordiamo che i genitori non sono
chiamati a risolvere questo problema, rinunciando ad un loro diritto di scelta.
Come lo stato ha provveduto ad assumere insegnanti di religione cattolica, può similmente
provvedere a tutelare i diritti di famiglie che scelgono attività alternative alla religione cattolica.
Nel sottolineare l’importanza di non sottostare ad alcuna forma di discriminazione, ricordiamo
che le sentenze della corte costituzionale 203\1989,13\1991 e la circolare 9\1991, applicativa della
sentenza 13\9, prevedono 4 opzioni:
a) attività didattiche e formative (cosiddette alternative)
b) attività di studio e/o di ricerca individuali con assistenza di personale docente
c) libera attività di studio e / o di ricerca senza assistenza di personale docente (dev’essere garantita
la vigilanza)
d) uscita dalla scuola (gli alunni minorenni devono essere prelevati dai genitori).
Consigliamo vivamente di non accettare passivamente la minaccia alla libertà di religione a cui
stiamo assistendo.
Riflettiamo sulla gravità di ciò che sta avvenendo nelle scuole, in cui si è arrivati al punto di
costringere chi non vuole avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica a rimanere
ugualmente nelle classi ad ascoltarne la lezione!
Tutto questo è un sopruso, rifiutiamolo.

Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani –  27 settembre 2009