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Non dovremmo ricominciare tutto da capo?

La politica del Governo Prodi: continuità e discontinuità con le “riforme” Moratti.
Questo è il significativo titolo del Convegno sulla scuola che si è tenuto a Bologna sabato 9 giugno, alla Sala Polivalente di via Berti.
Gli organizzatori: Ass. Scuola della Repubblica, Rete Scuole, Manifesto dei 500, Ass. 31 Ottobre, associazioni che in questi anni si sono battute per la difesa e per la qualità della scuola hanno invitato illustri relatori, tra i quali due rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, Emanuele Barbieri (Capo Dipartimento MPI) e Osvaldo Roman (Consulente Tecnico MPI).
Il programma ha preso le mosse da un intervento sulla rilevanza costituzionale della scuola pubblica, ha messo a fuoco temi scottanti, primo fra tutti la politica scolastica dell’attuale Governo, i cui rappresentanti sono stati invitati a rendere conto dei pesanti tagli all’Istruzione e della mancanza di chiari ed attesi segnali di discontinuità con la politica del Ministro precedente. L’incontro è proseguito poi una relazione sulla politica scolastica della Commissione Europea, evidenziando come a livello europeo si preme affinché le scelte per la scuola non siano sottoposte ai criteri democratici, ma ai diktat dell’economia globalizzata neo liberista. È seguito un confronto fra modelli organizzativi europei, come rilanciare il ruolo della scuola, il valore del modello del tempo pieno e l’importanza della “Legge di iniziativa popolare per una buona scuola della Repubblica”.
Gli interventi dei relatori sono stati intervallati da quelli del nutrito pubblico, composto da insegnanti, dirigenti d’istituto, genitori e studenti. I momenti di dibattito sono stati molto animati e a tratti anche appassionati, il che testimonia della percezione sociale del disagio che al momento attuale sta vivendo il mondo della scuola, ma anche dell’importanza strategica che la difesa di questa
istituzione ha per il futuro del Paese.
Noi del CIEI abbiamo contribuito al dibattito con un breve intervento sull’importanza della laicità nella scuola statale, una laicità rispettosa delle identità, come spazio di confronto alla pari tra le diverse visioni del mondo presenti nella società pluralista. Abbiamo ribadito che lo Stato deve mantenere un ruolo di arbitro nei confronti delle molte componenti sociali, culturali e religiose, negando con questo legittimità alle ingerenze tra chiese (in particolare quella Cattolica) e pubbliche istituzioni.
Al termine è stato anche approvato un documento che appoggia il ricorso contro l’ordinanza n. 26/07 del Ministro Fioroni, che assegna ai docenti di religione cattolica il potere di influire sull’attribuzione dei crediti scolastici all’esame di Stato.
Arricchiti dal confronto, come insegnanti evangelici consapevoli di questo importante ruolo non possiamo che continuare a essere sensibili ai temi che riguardano l’istruzione pubblica, cercando di investire in ogni occasione il nostro impegno di cristiani che non nascondono la loro identità e di cittadini che non rinunciano alla loro libertà.

Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – 9 giugno 2007