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Vescovo nella scuola I e II.

Lettera I

Gentile Sovrintendente Sig.ra Palumbo,

Le inviamo questa lettera per esprimere la nostra posizione a riguardo della visita pastorale del
Vescovo nelle scuole statali padovane. Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani esprime piena
solidarietà ai genitori, al Dirigente Scolastico, agli insegnanti che, in quanto cittadini di uno stato
laico, hanno esercitato la loro libertà di coscienza e la facoltà che la Legge concede di non
accogliere la visita pastorale del Vescovo di Padova Antonio Mattiazzo.
Vorremmo rammentarLe che questa scelta non ha avuto lo scopo di suscitare un “caso nazionale”,
bensì è stata fatta in osservanza alla normativa vigente, in primo luogo della Legge fondamentale
dello Stato, la Costituzione, che all’Art. 3 dichiara l’uguaglianza di tutti i cittadini e l’uguale
rispetto loro dovuto. In secondo luogo, il Concordato, le intese e le sentenze del TAR sono tutte
concordi nel sostenere che in orario scolastico non si organizzino messe, preghiere, benedizioni e
visite pastorali (TU, L. 16/4/1994, n. 297, artt. 309-311; Sentenze dei TAR dell’Emilia-Romagna,
250/1993; del Veneto 56/1995). È anche noto che la legge prevede che gli atti di culto e le
celebrazioni religiose non si debbano compiere in sedi pubbliche destinate, in questo caso, alle
attività didattiche (L. n. 121/1985, art. 9), perché lederebbe il principio della laicità dello Stato
(Sentenze Corte Costituzionale n. 203 del 1989 e 149 del 1995).
Malgrado ciò Lei, d’intesa col ministro Fioroni, ha revocato la decisione del Dirigente Scolastico,
invitando il Vescovo a rendere visita alla scuola in questione
Il CIEI, ritenendo questo atto di estrema gravità, dichiara il proprio netto dissenso dalla revoca
della scelta operata dal Dirigente Scolastico, esprime la propria preoccupazione per questo
atteggiamento politico che, anziché tutelare i diritti di tutti i cittadini attraverso le leggi esistenti,
mostra la propria acquiescenza nei confronti delle richieste cattoliche, rappresentative solo di una
parte di cittadini; ricorda che fino a prova contraria in Italia non esiste una religione di Stato;
sollecita le persone attente alla dimensione della laicità delle Istituzioni a rispettare e a far
rispettare i diritti di ogni cittadino, respingendo ogni ingiusta discriminazione.

 

Lettera II

Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani esprime piena solidarietà ai genitori, al Dirigente
Scolastico, agli insegnanti che, in quanto cittadini di uno stato laico, hanno esercitato la loro libertà
di coscienza e la facoltà che la Legge concede di non accogliere la visita pastorale del Vescovo di
Padova Antonio Mattiazzo nella scuola pubblica di Vigodarzere.
Questa scelta non ha avuto lo scopo di suscitare un “caso nazionale”, bensì è stata fatta in
osservanza alla normativa vigente, in primo luogo della Legge fondamentale dello Stato, la
Costituzione, che all’Art. 3 dichiara l’uguaglianza di tutti i cittadini e l’uguale rispetto loro dovuto.
In secondo luogo, il Concordato, le intese e le sentenze del TAR sono tutte concordi nel sostenere
che in orario scolastico non si organizzino messe, preghiere, benedizioni e visite pastorali (TU, L.
16/4/1994, n. 297, artt. 309-311; Sentenze dei TAR dell’Emilia-Romagna, 250/1993; del Veneto
56/1995). È anche noto che la legge prevede che gli atti di culto e le celebrazioni religiose non si
debbano compiere in sedi pubbliche destinate, in questo caso, alle attività didattiche (L. n.
121/1985, art. 9), perché lederebbe il principio della laicità dello Stato (Sentenze Corte
Costituzionale n. 203 del 1989 e 149 del 1995).
Malgrado ciò, la Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale Carmela Palumbo, d’intesa col ministro
Fioroni, ha revocato la decisione del Dirigente Scolastico invitando il Vescovo a rendere visita alla
scuola in questione, costringendo con questo dei cittadini a esonerare il proprio figlio dalla scuola a
causa della visita pastorale, prevista per il 29 novembre.
Il CIEI, ritenendo di estrema gravità gli avvenimenti menzionati, dichiara il proprio netto dissenso
sulla revoca della scelta operata dal Dirigente Scolastico, esprime la propria preoccupazione per
questo atteggiamento politico che, anziché tutelare i diritti di tutti i cittadini attraverso le leggi
esistenti, mostra la propria acquiescenza nei confronti delle richieste cattoliche, rappresentative solo
di una parte di cittadini; ricorda che fino a prova contraria in Italia non esiste una religione di Stato;
sollecita le persone attente alla dimensione della laicità delle Istituzioni a rispettare e a far rispettare
i diritti di ogni cittadino, respingendo ogni ingiusta discriminazione.

 

Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – novembre 2006