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Sul decesso del Pontefice.

Sul decesso del Pontefice.

Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani, di fronte ai recenti eventi riguardanti le celebrazioni per
il decesso del Pontefice, ritiene necessario far udire anche la propria voce.
Mentre gli organi di informazione sono travolti e saturati da uno “tsunami” mediatico ed emotivo di
proporzioni inaudite e le più importanti cariche istituzionali si piegano a questa onda gigantesca,
l’intenzione di far udire una voce fuori dal coro può sembrare forse inopportuna e un tantino
polemica; al contrario, invece, essa è motivata dal rispetto sia per lo scomparso Giovanni Paolo II,
sia per i fedeli cattolici, sia per le Istituzioni del nostro Paese e per i valori che le improntano.
Innanzitutto, come cittadini di uno Stato laico e democratico, ci chiediamo se sia rispettoso
dell’indipendenza e sovranità dello Stato e della pari dignità di tutti i cittadini (Artt. 3 e 7 della
Costituzione) il fenomeno che ha visto le reti nazionali, organi pubblici di informazione, le
maggiori testate e tutti i luoghi pubblici usare il proprio spazio come cassa di risonanza di un evento
sì di importanza internazionale, ma pur sempre relativo a una confessione religiosa che, sebbene
maggioritaria, non rappresenta la totalità dei cittadini che formano la società e lo Stato, e questo in
misura tale da offuscare persino un fatto di effettiva importanza nazionale, le concomitanti elezioni,
e da configurare manifestazioni di vero e proprio integralismo cattolico.
In secondo luogo, come insegnanti della scuola Statale, ci chiediamo se sia compatibile con i
fondamentali valori costituzionali (diritti umani, pari dignità, indipendenza della sfera pubblica,
uguaglianza, apertura della scuola a tutti, rispetto della diversità) la disposizione oggi pervenuta
nelle scuole in forma ufficiale, da parte del Ministro della Pubblica (!!) Istruzione e altre Autorità
scolastiche, di osservare un minuto di silenzio durante i funerali solenni, unito a una breve
riflessione sulla figura del Papa. La lettera che accompagna tale intervento dispone con tutto il peso
dell’autorità istituzionale che insegnanti e studenti considerino la “superiorità spirituale” del Papa
fuori discussione, cosa che francamente ci sembra lesiva della libertà di coscienza e irrispettosa
della diversità di quanti, essendo a pieno titolo utenti e lavoratori della scuola, non sono tuttavia di
religione cattolica e non considerano l’autorità papale superiore ad ogni altra.
Infine, come cristiani evangelici, ci sentiamo di invitare tutti i cristiani a considerare se possano
essere gradite a Dio e tornare alla Sua maggior gloria manifestazioni di culto tributate a un essere
umano (che resta pur sempre una creatura), come quelle che si stanno verificando per il defunto
Pontefice, in misura tale che non si sono mai tributate nemmeno a Dio stesso, e che per questa
ragione sconfinano nel fanatismo e nell’idolatria
Confidando che il nostro uso della libertà di opinione e di parola sia stimato dalle Istituzioni e da
quanti difendono i valori della convivenza democratica, porgiamo distinti saluti.

Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – 7 settembre 2006

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